"THE ROAD" by Cormac McCarthy





"He walked out in the grey light and stood and he saw for a brief moment the absolute truth of the world. The cold relentless circling of the intestate earth. Darkness implacable. The blind dogs of the sun in their running. The crushing black vacuum of the universe. And somewhere two hunted animals trembling like ground-foxes in their cover. Borrowed time and borrowed world and borrowed eyes with which to sorrow it."Cormac McCarthy (The Road)



Ho finito di leggere "The Road" di McCarthy. A mio parere è uno dei migliori libri degli ultimi anni. Ma mi è difficile spiegare il perchè. E' difficile dire qualcosa, perchè niente sembra rappresentare con chiarezza le emozioni che le sue parole ti lasciano dentro. McCarthy è geniale per il modo in cui riesce a scatenare l'immaginazione pur con un linguaggio scarno ed essenziale come quello che utilizza. O forse è proprio per questo che funziona. Scarno ed essenziale è il mondo che circonda i due protagonisti: qualcosa di terribile è successo e la Terra è soltanto cenere e freddo; anche i sentimenti, l'istinto sono ridotti all'osso: l'amore (per il proprio padre/figlio) e la speranza, nonostante tutto. Quella che ci viene presentata è una situazione insostenibile, impensabile, troppo dura, troppo deprimente e troppo terribile. Ma mentre leggevo, pagina dopo pagina, non me ne rendevo conto. Tutta quella disperazione, l'orrore dell'uomo disposto a cibarsi di un altro uomo per sopravvivere, se non dei suoi stessi figli, mi sembravano parte della vita "normale", come se anche io fossi su quella strada, con l'uomo ed il bambino, a spingere il carrello.






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