AVATAR ("I see you" "Yes, unfortunately I see you, too")





"Chi siano non lo so
Gli strani ometti blu
Son alti su per giù
Due metri e ancor di più.."




Non sto parlando dei Puffi, ma dei loro cugini trendy del momento, il popolo dei Na ‘vi.
Ora faccio anche io parte ufficialmente della community fin troppo numerosa di coloro che han passato 162 minuti ( più 20 di trailers pre-film e 8 di intervallo) seduti al buio con degli occhiali orribili ( e per fortuna che era buio!) e fastidiosissimi, in una sala piena di corpi, calda e maleodorante. No, non faccio parte di nessuna comitiva di turisti rapiti in uno degli hot-spot mediorientali; sono semplicemente andata a vedere AVATAR in 3D in una multisala.


OK, mi si accusa di avere pregiudizi per questo tipo di film (definisco il tipo di film: colossal costato millemiliomidimilionissimi, super pubblicizzato dall’industria cinematografica, potenza recitativa degli attori pari a zero; molto spesso questo tipo di film non vale la pena di essere visto. Esempio concreto: TITANIC) e un velo di sarcasmo l’avevo già espresso in un mio precedente post, ma cercherò di vedere anche i lati positivi di questo film.



Partiamo dal 3D. Devo dire che probabilmente se lo avessi visto in 2D non avrei tolto nulla alla sua spettacolarità. Al di là del fatto che è impossibile tenere gli occhiali per tutti i 162 minuti perché gli occhi si affaticano molto, molte delle scene del film non sono girate per il 3D e comunque anche la resa di quelle in 3D non è granché; una volta abituatisi alle sementi volanti (tipo i nostri soffioni, ma molto più “fighi”, ovviamente), ai fantastici schermi trasparenti dell’intelligence americana, ai sentieri su rami altissimi sospesi nel vuoto non c’e’ molto altro. Uhmm. Niente lato positivo dunque.



Il plot è abbastanza scontato; dopo i primi 20 minuti, necessari ad inquadrare la situazione, lo spettatore è perfettamente in grado di prevedere come il film andrà a concludersi. Tutto è stato già visto: dalle problematiche di scontro fra civiltà diverse, alla smania di conquista degli americani; la storia d’amore, prima ostacolata dalla comunità, poi riconosciuta, poi a causa di una verità non detta di nuovo negata e alla fine ristabilita grazie al superamento della prova da parte dell’eroe. Direi che le funzioni di Propp (ma le insegnano ancora alle elementari??) sono il cavallo di battaglia della trama. WOW.



La novità di questo popolo extraterrestre risiede nella loro treccia. Devo confessare che ero convinta si trattasse della coda all'inizio, poi per fortuna Mr. B - dotato di ben 6 occhi per l'occasione (roba da spaventare anche Seth Brundle nei suoi momenti peggiori) mi ha fatto notare l'errore (mi sono confusa, troppe appendici questi puffoloni). Questa treccia è capace di “connettersi” con altri esseri (vedi ad esempio, utilissima connessione essere/cavallo; essere/rettilone volante) o in caso di necessità con alberi, o con la stessa madre terra per una connessione di quelle top, da far resuscitare i morti. Ora che ci penso... i rami del salice alieno mi ricordavano qualcosa… la fibra ottica! Insomma, ci troviamo di fronte la trasposizione "vivente" di una rete di dati. Una genialata. Speriamo non comprendano la potenzialità mediatica di questa trovata quelli del marketing di Alice, altrimenti Mario, John e la Hunziker avranno i giorni contati.



Innegabile è la bellezza degli effetti speciali: molto belle sono le riprese dei rettiloni in volo e della battaglia finale; anche l’ambientazione è spettacolare. Certo è che con il capitale a disposizione per questo film, il minimo era aspettarsi una cosa del genere. La tecnologia ormai è in grado di creare paesaggi e azioni inimmaginabili fino a qualche anno fa e chi può disporre di questi strumenti non ha limiti di rappresentazione.


Deve quindi la disponibilità economica diventare discriminante per un film di qualità, a discapito di un cast di grandi attori o di una trama ben costruita? Non ne sono convinta. Ma il dato di fatto è che la spettacolarizzazione degli effetti speciali paga eccome e mi sono ritrovata a dover prenotare il mio posto per la visione di Avatar due giorni prima e la sala era completamente piena dopo più di un mese dall’uscita del film. Mentre una pellicola indipendente (ammesso che non venga boicottata da una multisala) deve lottare per riempire 10 file e resistere per 2 venerdì di fila. O tempora! O mores!

6 commenti:

  1. non sono una amante dei film fantasy...vuoi mettere una tradizionale esilarante commedia di woody allen costruita principalmente su dialoghi e ragionamenti e continue domande e risposte sui perchè della vita in quei favolosi appartamenti new yorkesi che solo lui sa trovare?...il fantasy come il cinepanettone non li reggo e infatti non sono andata mai a vederli, faccio assolutamente parte di quella minoranza che riempe solo 10 file, e ne vado fiera!

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  2. Adoro Woody Allen! Anni fa a New York dopo averlo sentito suonare, gli ho anche stretto la mano! Per me lui è una persona geniale..Tu hai visto A SINGLE MAN di Tom Ford? Io ho adorato quel film..

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  3. caspita che fortunata, ma tu sei madrelingua inglese o hai vissuto all'estero? ..."A single man" vorrei andarlo a vedere, ora che me lo consigli ci vado...grazie

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  4. Ehe..no, purtroppo sono italianissima e non ho vissuto all'estero..ci vado appena posso però. Amo tutto ciò che è English e sa di Englishness.. Dai, poi mi dovrai raccontare le tue impressioni su "A Single Man"..sono curiosa!

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  5. Sono venuta a leggere la tua recenzione di Avatar e ti lascio il link della mia:
    http://bailing.splinder.com/post/22179608/Avatar.
    Come potrai leggere a me e' piaciuto molto: mi e' piaciuto il Pianeta Pandora con la sua strabiliante flora e fauna, e mi sono piaciuti i Na'Vi con la loro concezione mistico-religiosa che alcuni hanno paragonato agli indiani d'America, ma che io paragonerei piuttosto al pantheon induista (per alcuni versi) e alle religioni naturalistiche in generale (per altri versi).
    Anche io sono una da film d'essai e spesso mi capita di dovermi fare anche 100 km in macchina per vedere un film che mi piace e che nei cinema della mia citta' ovviamente non esce perche' devono tenere per settimane i cine-panettoni, i cartoni animati, gli horror o i fantasy.
    Nonostante questo ho apprezzato un film di botteghino come Avatar, come a suo tempo apprezzai Titanic che trovai davvero spettacolare ed impressionante per la ricostruzione fedele e per gli effetti speciali.
    Non credo che il cinema di nicchia sia penalizzato dalla mancanza di budget, ne' di marketing.
    Semplicemente, come accade per i libri, certe opere non sono per tutti.
    Il consumatore medio vuole il romanzetto o il libello leggero scritto da un comico, cosi' come in sala vuole il cine-panettone o l'horror o la commedia demente americana.
    Cio' non toglie che ci sia una piccola fetta di pubblico che legge i classici o i "mattoni" da 800 pagine, e che al cinema vuole vedere piccoli capolavori che non hanno bisogno degli effetti speciali per emozionare ed impressionare.

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  6. Grazie per la tua risposta approfondita BaiLing! Ho letto il tuo post su Avatar e di come anche tu prima di andarci avevi i miei stessi pregiudizi. E non mi stupisco che dopo la visione, ci ritroviamo con due pareri contrastanti. Ognugno coglie aspetti diversi e si fa emozionare da ciò che in quel momento per lui ha un valore. Io non sono riuscita a farmi emozionare nè dalla loro concezione religiosa, nè dalla rivisitazione dello stereotipo colonizzatore/colonizzato. Mi è sembrato tutto troppo scontato, troppo noioso, troppo patetico. Forse non ero nel mood giusto. Ma non credere che io sia solo da cinema d'essai, anzi! Mi piacciono le cose più diverse, a prescindere dal loro essere un blockbuster o di nicchia. Ma questo no.. Non ho ancora visto the Hurt Locker e sono curiosa..e tu? A presto! msbx

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