E voi lo conoscete Tucker Crowe? "Juliet, naked" by Nick Hornby



Ho appena finito di leggere l'ultimo romanzo di Nick Hornby, probabilmente il mio scrittore preferito. Amo il suo modo di scrivere, così British (per questo motivo lo leggo rigorosamente in lingua originale) e, va da sè, ironico, e anche questa volta non mi ha deluso. Anche in questo caso, come in molti dei suoi ultimi romanzi, uno dei protagonisti ha a che fare con un ragazzino. Hornby è cresciuto, siamo lontani dai Paul Ashworth di "Fever Pitch" o i Rob Fleming di "High Fidelity", ragazzotti liberi da vincoli familiari assorti nelle loro passioni; il protagonista, Tucker Crowe, un cantautore americano ritiratosi dalle scene all'improvviso negli anni '80 è padre (oltre che di altri 4 ragazzi) di un bambino di 8 anni profondamente legato a lui. La giovinezza frenetica da star è lontana e la realtà, molto più concreta, gli bussa alla porta. Dopo tanti anni si ritroverà a cercare di comprendere le sue scelte di vita ed accettare le conseguenze che ne sono risultate.
"Juliet, naked" è però anche il romanzo con cui Hornby ritorna a trattare del mondo della musica e dei suoi addicted: Duncan è un quarantenne, ossessionato da uno dei suoi miti musicali, Tucker Crowe appunto. E' l'amministratore del sito dei fan ed è convinto di conoscere tutto quello che c'e' da sapere su Tucker, la sua musica e la sua vita privata. Tucker Crowe è il centro della sua esistenza e non si accorge che quest'ossessione ha ormai saturato il rapporto con Anne. Anche Duncan dovrà fare i conti con le sue certezze per arrivare, una volta scontratosi con la certezza del presente, a demolire quella realtà virtuale che egli stesso aveva creato.

Il pensiero di Hornby traspare dalle parole di Tucker Crowe, portavoce dello humour dello scrittore. Alcune sue battute sono indimenticabili, come ad esempio il momento in cui, ricoverato in ospedale a causa di un principio d'infarto incontra una delle sue ex mogli e questa gli chiede come sta:

"Today and yesterday not so bad. The day before, not great. The last few years, mostly not so bad"; oppure ancora quando parlando di sensi di colpa afferma:

"Ha, you're not a parent, are you? Guilt is pretty much how I feel".

Ecco il nostro Hornby, più sagace e cinico che mai!

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