MILANO MODA DONNA E LO STRAPOTERE DELLA STAMPA STRANIERA (o, meglio detto, alla corte di Anna Wintour)




Credevo che “The devil wears Prada” fosse un libro divertente in cui Lauren Weisberger, preso spunto dalla sua esperienza di assistente personale di Anna Wintour a Vogue America, si lasciasse poi andare all’immaginazione narrando episodi tanto al limite dell’incredibile - per quel che riguarda l’immaginario delle richieste possibili in un rapporto di lavoro - tali per cui nessuno avrebbe mai dubitato della finzione dei fatti narrati. Lei stessa nell’introduzione tiene a precisarlo.
Aha.
Per quanto si possa essere ingenui, alcune voci ci avevano messo in guardia circa il caratteraccio del bel donnino e del “suo” potere mediatico. Ma il ragionevole dubbio fra i più buoni d’animo restava (tengo a precisare che la sottoscritta non fa parte della predetta cerchia, fortunatamente in via d’estinzione). Ecco, per fortuna ora abbiamo la prova concreta che Lauren avesse più di un sassolino nella scarpa da togliersi. Se tutto l’universo fashion sembra essere terrorizzato da un suo possibile pollice verso figuriamoci un'assistente indifesa e alle prime armi. È ricominciata anche quest’anno la rumba per la settimana della moda a Milano… anche se fra poco dovremo iniziare a chiamare l’evento il giorno della moda a Milano… Tutto verrà concentrato in soli 4 giorni perché la povera Sciura Wintour è desiderosa di limitare il suo soggiorno europeo. E le più grandi case di moda italiane, per paura di ritrovarsi la sedia vuota in prima fila e perdere visibilità internazionale si concentrano tutte sul venerdì sabato e domenica, lasciando le minori isolate nei giorni più scomodi con il rischio altissimo di passare inosservate e rendendo i ritmi dei giorni più gettonati insostenibili. Solo Prada e Fendi hanno tenuto duro e deciso di presidiare la giornata di giovedì 25 e a loro vanno i ringraziamenti non solo di Mario Boselli, presidente della Cnmi, ma anche di tutti coloro che amano la moda e riconoscono l’importanza di questo settore per l’Italia. Ai due grandi marchi va il riconoscimento per non essersi piegati ai capricci della probabilmente più importante rappresentante della carta stampata americana, fortunatamente solo per quanto riguarda la moda; riconoscimento ancora maggiore a fronte del grande egoismo dimostrato dalle altre maison. Boselli dice: “Non abbiamo niente contro la signora Wintour, anzi siamo disposti ad accoglierla con il tappeto rosso, a patto che lei resti qui il tempo che deve stare per fare il suo lavoro”. Ineccepibile.
E’ possibile essere arrivati a questo? Noi europei trattiamo di moda sin da quando gli americani andavano ancora in giro con il gonnellino di pelle di bisonte e le piume in testa (non vogliatemene, è un dato di fatto… se poi il gonnellino di pelle di bisonte abbia fatto tendenza, questo è un altro discorso..) eppure continuiamo ad essere soggiogati dalle loro regole. Non ho parole.
Qui di seguito trovate il programma per la maratona che partirà il 25 febbraio (direi che in quanto a difficoltà abbiamo superato la Milano City Marathon):



Lunedì 24: Elena Mirò, Angelo Marani, 1a classe Alviero Martini e New upcoming designers;
Giovedì 25: Fendi, Prada, Just Cavalli, Frankie Morello, Moschino Cheap & Chic Krizia e N°21;
Venerdì 26: Dsquared2, Blumarine, Alberta Ferretti, Gianfranco Ferrè, Emporio Armani, Versace, Jil Sander;
Sabato 27: Bottega Veneta, Max Mara, Iceberg, Giorgio Armani, Moschino, John Richmond, Gucci e Pucci.
Domenica 28: Marni, Roberto Cavalli, Missoni, Salvatore Ferragamo, Dolce & Gabbana
Lunedì 1: Mila Schon, Laura Biagiotti, Mariella Burani, Ter et Bantine, Carlo Tivoli.

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